mercoledì 15 maggio 2013

"Il ragazzo selvatico - Quaderno di montagna" di Paolo Cognetti


Penso che solo ad alcuni sia dato il dono di vivere momenti bui nella propria vita e di saperli trasformare in atti di rinascita e di esperienza straordinari.
Questo è quello che è successo a Paolo Cognetti all’età di 30 anni. Ha reso il suo inverno una primavera.
Colmo di letture sul genere e appassionato da sempre di montagna, decide di passare un periodo imprecisato in una piccola località sulle Alpi, come un’eremita.
L’ascolto della natura, la solitudine e le condizioni poco agevoli lo catapultano all’interno di un viaggio unico nel suo genere, intenso. Fatto di amici poco abituati alla parola, ma molto alle bestie, alla trasformazione dei colori nelle diverse stagioni, alla potenza della natura, che riesce a sorprenderti sempre anche quando ti svegli in una mattina di maggio e fuori trovi la neve, quell’ultima neve dell’anno, chiamata della quaglia, tanto decantata anche da Mario Rigoni Stern, in uno dei suo racconti.
Ma poi, quando tutto si dissolve ecco che ricompaiono gli odori e con l’arrivo dell’estate tutto prende un’altra sfumatura.
La mia scelta olfattiva cade su una fragranza di Histoires de Parfums: Noir Patchouli. Terra, calore, aria, fiori, spezie, aromi. Tutto quello che possiamo incontrare durante una camminata in mezzo ai boschi, è qui proposto attraverso un’eleganza senza eguali. Un profumo-velluto che veste la pelle, come una camicia di flanella a quadretti. Note che legano tra di loro per offrirci un supporto alcolico da portare in una piccola borraccia come acqua da reintegrare. Una nota dandy al nostro eremitaggio: sentieri, fatica, sudore, cambiamenti climatici repentini, rocce scoscese, altezza, allontanamento, isolamento, tempo, un tempo che non si riesce a quantificare e che è proporzionale alla nostra fatica. E poi giungere alla vetta, dissertarsi e indossare due gocce di Noir Patchouli per sentire come possiamo interagire con il tutto, fare parte del tutto. Ed è subito eremitaggio, ed è subito piacere.
Io fui nel giorno alto che vive
oltre gli abeti,
io camminai su campi e monti
di luce –
Traversai laghi morti – ed un segreto
canto mi sussurravano le onde
prigioniere –
passai su bianche rive, chiamando
a nome le genziane
sopite –
Io sognai nella neve di un’immensa
città di fiori
sepolta –
Io fui sui monti
come un irto fiore –
e guardavo le rocce,
gli alti scogli
per i mari del vento -
e cantavano fra me di una remota
estate, che coi suoi amari
rododendri
m’avvampava nel sangue
ANTONIA POZZI, Nevai
 
 "Il ragazzo selvatico - Quaderno di montagna" di Paolo Cognetti - Terre di Mezzo Editore

Nessun commento:

Posta un commento